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Passi da giganti nello studio dell`aprassia, il disturbo del movimento provocato solitamente dall`ictus all`emisfero sinistro del cervello. Una ricerca italiana, condotta dalla Fondazione Santa Lucia in collaborazione con l`Università di Roma “La Sapienza”, ha rivelato, infatti, come la malattia sia in grado di compromettere non solo la percezione visiva, i ricercatori l`avevano già constatato in un precedente studio, ma anche quella uditiva attraverso cui è possibile riconoscere e comprendere le azioni altrui per poi riprodurle.
Lo studio, realizzato dalla neuropsicologa Mariella Pazzaglia con i docenti Salvatore Maria Aglioti e Luigi Pizzamiglio e la collaborazione del dottor Emiliano Pes, punta ora a rendere più efficaci gli interventi di riabilitazione post-ictus sui pazienti. L`aprassia comporta, infatti, la perdita della capacità di eseguire le sequenze motorie apprese con l`esperienza. L`aprassico, ad esempio, non è più in grado di aprire la porta,accendere la televisione o allacciarsi le scarpe.
Finora si pensava che la malattia fosse causata unicamente da un deficit delle capacità visive. La nuova ricerca, cui oggi la rivista Current Biology dedica la copertina del nuovo numero, ha dimostrato, invece, che nell`aprassico il riconoscimento delle azioni è compromesso anche in presenza di gesti e movimenti comunemente riconducibili a un suono. Per una persona sana, ad esempio, udire un applauso o un rumore di passi evocherebbe da subito nella mente l`immagine di qualcuno che batte le mani o cammina. Un aprassico, invece, non sarebbe in grado di collegare i suoni prodotti all’azione corrispondente.

Secondo gli scienziati la difficoltà di ricondurre il suono all’azione sarebbe la causa dell’incapacità di eseguire l`azione stessa. Come emerso dai test uditivi condotti sui pazienti della Fondazione Santa Lucia il deficit non si manifesta per suoni collegati ad oggetti non umani, come il volo di un elicottero o il miagolio di un gatto. Ma c`è di più.
L`aprassia si manifesta molto frequentemente colpendo solo una determinata parte del corpo, come gli arti o la bocca. La ricerca ha evidenziato come i pazienti incapaci di eseguire le azioni con gli arti abbiano maggiori difficoltà nella comprensione dei suoni prodotti proprio da movimenti che coinvolgono le braccia o le gambe. Allo stesso modo, quando la difficoltà nell`eseguire le azioni colpisce la regione del viso e della bocca, i pazienti stentano a riconoscere i suoni riconducibili a tali parti del corpo.
Per ogni tipo di disturbo gli scienziati hanno identificato la regione cerebrale implicata. Se la lesione coinvolge le strutture parietali del cervello, le difficoltà si manifesterebbero soltanto nel riconoscimento dei suoni legati alle azioni compiute da braccia e gambe. Se invece a essere lese sono le strutture frontali, la difficoltà interesserebbe la comprensione dei suoni provocati da movimenti della bocca o del naso.

Fonte: salute24.ilsole24ore.com